Organizzazioni Politiche

Già negli anni ’40 e ’50 il popolo palestinese si sente privo di una rappresentanza politica e nei campi profughi, soprattutto in Libano ed Egitto, la nuova generazione inizia ad autorganizzarsi clandestinamente per rivendicare la propria autodeterminazione guardando a quei popoli che in quel momento avevano intrapreso la strada della lotta di liberazione.


OLP- Organizzazione per la Liberazione della Palestina

Manifesto OLP

A livello ufficiale nel 1964 viene istituita l’OLP dalla Lega Araba per garantire una rappresentanza del popolo palestinese in sede internazionale. Essa viene vista positivamente dai palestinesi perché risponde al bisogno di avere una voce ai tavoli internazionali che ponga il problema dell’occupazione della Palestina, ma viene criticata l’influenza che in essa hanno i diversi interessi dei paesi arabi, che rispondono ad altre agende e non corrispondono alle rivendicazioni del popolo palestinese.

Dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967), che vede la sconfitta dei paesi arabi e l’avanzata dell’entità sionista nel suo progetto di colonizzazione della Palestina, le organizzazioni clandestine palestinesi sviluppano la strategia della guerriglia e diventano punto di riferimento per il popolo palestinese rivendicando il loro ruolo anche nell’OLP. Così negli anni ’70 da corpo vuoto guidato dalla Lega Araba, l’OLP diventa espressione politico-militare della Resistenza Palestinese guidata dalle organizzazioni rivoluzionarie creando un fronte unito dai Territori Occupati ai palestinesi della diaspora. Le organizzazioni che ne facevano parte erano diverse ma tutte espressione di un movimento progressista e laico da Fatah, al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, al Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e altre.

In seguito, l’OLP perde la carica rivoluzionaria e Fatah, partito alla guida della presidenza del Comitato Esecutivo dell’OLP dal 1969, intraprende la strada del riconoscimento di “Israele” e dei negoziati che condurrà l’OLP a firmare gli Accordi di Oslo e quindi a compiere un ulteriore passo nel consolidamento del sistema di oppressione del popolo palestinese.
L’OLP ha un apparato legislativo, il Consiglio Nazionale Palestinese (CNP), ma in realtà il potere politico e decisionale è controllato dal Comitato Esecutivo composto da 15 membri eletti dal CNP.
Dal 2012 ha lo status di osservatore permanente all’Assemblea Generale dell’ONU.


ANP – Autorità Nazionale Palestinese

È un organismo politico istituito in seguito agli Accordi di Oslo (1993) per amministrare i Territori Occupati nel 1967 in attesa della creazione di uno stato palestinese, cosa mai avvenuta.
Il suo potere è circoscritto alla Striscia di Gaza e a parte della Cisgiordania (territori detti della Zona A e, solo dal punto di vista amministrativo, i territori della Zona B).

L’intento con cui “Israele” e USA hanno concesso ai palestinesi questo organismo è quello di assicurarsi un interlocutore fantoccio che potesse fare da sponda ai piani espansionistici sionisti in Palestina.
A evidenziare questo ruolo, ad esempio, sta la clausola di riconoscimento dello stato di “Israele” e il coordinamento di sicurezza tra i servizi segreti sionisti e l’intelligence dell’ANP per colpire le organizzazioni palestinesi che intendo proseguire la lotta di liberazione.
L’ANP ha organi legislativi con poteri sovrani, in particolare il Consiglio legislativo palestinese i cui membri sono eletti dai cittadini.

Dal punto di vista politico, le elezioni legislative del 2006 hanno portato alla vittoria di Hamas, che ha ribadito il rifiuto di riconoscere lo stato di “Israele”. Tale risultato non è piaciuto a Tel Aviv, USA e Comunità Europea che hanno imposto un embargo contro il popolo palestinese generando una situazione di profonda frammentazione e portando all’attuale situazione di divisione in due zone: la Cisgiordania, dove l’ANP è presieduta da Fatah, e Gaza amministrata da Hamas.


Fatah

Organizzazione politica laica, nata nel 1959, d’ispirazione socialdemocratica.
Alle origini sostenitrice e protagonista della Lotta di Liberazione Palestinese, negli anni ’80 sceglie la strada revisionista degli accordi, riconoscendo la legittimità dello stato sionista, la soluzione “due popoli due stati” e prestandosi a essere l’interlocutore per gli Accordi di Oslo e quelli successivi, che si tradurranno di fatto in un aggravamento dell’oppressione coloniale contro il popolo palestinese.

Ciò portò, negli anni, a un sempre minore seguito tra la popolazione palestinese che cercò in altre organizzazioni chi desse voce alle proprie istanze di libertà.

La Brigata dei Martiri di Al-Aqsa, sebbene sia l’ala militare di Fatah costituita durante la Seconda Intifada, spesso opera indipendentemente dalla dirigenza centrale del partito.


FPLP – Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

Organizzazione politica fondata nel 1967 da George Habbash su posizioni marxiste-leniniste.
Nasce dal Movimento Nazionalista Arabo (MNA), organizzazione di stampo socialista presente in diversi paesi dal 1953.

L’FPLP è tra le organizzazioni più riconosciute per non aver mai abbandonato la prospettiva della lotta di liberazione, ponendosi come obiettivo strategico la fine dell’occupazione sionista e la costituzione di uno stato democratico su tutta la Palestina storica. Molti suoi membri sono stati assassinati o incarcerati, tra essi c’è l’attuale segretario Ahmad Sa’adat.

Le Brigate Abu Ali Mustafa rappresentano la sua ala armata, in prima linea in Cisgiordania e a Gaza nelle operazioni di Resistenza.


FDLP – Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina

Organizzazione nata nel 1969 da una spaccatura del FPLP.
In origine il FDLP si dà come obiettivo la creazione di una repubblica popolare palestinese, dove arabi ed ebrei avrebbero vissuto senza discriminazioni. In seguito, muta giungendo a posizioni ideologiche più moderate, teorizzando numerose soluzioni di compromesso, ma mantenendo una posizione rigida nei confronti della lotta armata.

La sua ala militare è rappresentata dalla Brigate Al Qasim.


Jihad Islamica

Organizzazione fondata nel 1980 basata sull’ideologia della Fratellanza Mussulmana, ha come obiettivo strategico la liberazione dagli occupanti sionisti della Palestina e la creazione di uno stato islamico.

Anche questa organizzazione ha un’ala militare rappresentata dalle Brigate Al-Quds, anch’esse oggi impegnate nella resistenza a Gaza.


Hamas

Organizzazione nata nel 1987 fondendo l’ideologia dei Fratelli Mussulmani con il nazionalismo palestinese.

Si sviluppa con l’inizio della Prima Intifada in risposta alla disillusione provocata dalle conseguenze dannose degli Accordi di Oslo.

Dispone di un braccio politico e di un’ala militare, le Brigata Al-Qassam, tra le maggiori protagoniste dell’attuale Resistenza a Gaza e Cisgiordania.


Resistenza oggi a Gaza

Joint operation room of the Palestinian Resistence: è un consiglio militare che raccoglie le organizzazioni militari dei maggiori partiti della Resistenza per coordinare le operazioni contro l’occupazione sionista a Gaza.

Marcia del Ritorno, Gaza 2018

Durante la lunga storia di resistenza che il popolo palestinese ha vissuto nei suoi più di 75 anni di occupazione, diverse sono state le forme scelte da esso per portare avanti la lotta: dalla lotta armata alle mobilitazioni di massa, come la Grande Marcia del Ritorno del 2018, dalla costituzione di gruppi eterogenei, composti dall’unione di resistenti di differenti organizzazioni, come la Fossa dei Leoni, a iniziative più spontanee come “l’Intifada” dei coltelli.

Alla base di tutto questo c’è il coraggio indomito di un popolo che cerca la sua strada per la libertà, una libertà a cui non intende rinunciare.